Retroscena e retrogusti di un critico di frontiera
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Uno dei più illustri e prestigiosi critici cinematografici italiani e una delle più originali figure del fotogiornalismo. Ora mettile insieme, miscelale e ne verrà fuori un incontro straordinario, di quelli che sanno catturare l’attenzione e lasciarti un’impronta indelebile.
Morando Morandini accanto a Mario Dondero che conversano, trasportando il pubblico tra curiosità e aneddoti alla scoperta delle mille sfaccettature della settima arte. Quello che andrà in scena domenica a partire dalle ore 16.30 alla biblioteca San Giovanni di Pesaro è un appuntamento assolutamente da non perdere per cinefili e non solo. “Retroscena e retrogusti di un critico di frontiera” è il titolo dell’interessante quanto originale iniziativa organizzata dall’Officina fotografica di Vito Panico, Ignoranti di Spessore e Stazioni Mobili di Fano, in collaborazione con la Mediateca delle Marche e l’Associazione culturale “Il Paradosso del barbiere” di San Lorenzo in Campo. Morandini si laurea in lettere e filosofia all’Università degli studi di Milano dove, come giornalista e critico cinematografico, collabora a settimanali, mensili e quotidiani. Tra il 1958 e il 1962 dirige «Schermi», dal 1984 si occupa di Anteprima, rassegna del cinema indipendente di Bellaria. Autore di numerosi saggi, ha scritto Non sono che un critico (1995), Storia del cinema (in collaborazione con G. Fofi e G. Volpi, 1988). Ha anche interpretato Prima della rivoluzione (1964) di B. Bertolucci e Remake (1987) di A. Giannarelli. Porta la sua firma il dizionario dei film più accreditato in Italia, la guida da tenere accanto al lettore dvd per sapere tutti i segreti delle pellicole, dalla trama ai titoli originali, dai nomi dei registi e degli attori ai vincitori dei grandi festival cinematografici, e non solo. Un libro speciale, aggiornato ogni anno con passione e rigore da Laura, Luisa e Morando Morandini, che ogni cinefilo, professionista o semplice appassionato, dovrebbe avere in casa. Di fronte ci sarà Mario Dondero, di origini genovesi, una delle più originali figure del fotogiornalismo contemporaneo. Inizia a collaborare nei primi anni cinquanta a “l’Unità”, “L’Avanti”, “Milano Sera”, “Le Ore”. Legato al cosiddetto gruppo dei “Giamaicani” (i frequentatori del bar Giamaica), nel 1955 si sposta a Parigi dove collabora con “L’Espresso”, “L’Illustrazione Italiana”, “Le Monde”, “Le Nouvel Observateur”, “Le Figaro”. Frequenta e ritrae scrittori e intellettuali francesi (Roland Topor, Claude Mauriac, Daniel Pennac, Jeshar Kemal). Tra le sue foto più celebri, quella del gruppo degli scrittori del Nouveau roman scattata a Parigi nell’ottobre del 1959 davanti alla sede delle Editions de Minuit. Il suo interesse per l’Africa si è manifestato attraverso la collaborazione alle riviste Jeune Afrique, Afrique-Asie, Demain l’Afrique. Ha raccontato storie di gente comune e ritratto i più grandi intellettuali europei di cui, spesso, è diventato amico. Un maestro il cui modo di fotografare non assomiglia a quello di nessun altro: possiede uno sguardo unico, caldo e umano, colto e intelligente. Ogni suo scatto è un momento di vita sensibile, dai ritratti di Pasolini ai reportage di guerra, le sue immagini possiedono qualcosa di assoluto. Dondero ha viaggiato moltissimo: in Algeria negli anni della tortura,a Stoccolma con il tribunale Russell, tra i medici cinesi del Mali, in Russia, a Cuba, in Cina, in Afghanistan per Emergency. Durante l’incontro verrà proiettato “Uno e due” di Emanuela Piovano. L’iniziativa è stata realizzata anche grazie alla gentile collaborazione dell’Hotel Alexander Museum Palace. |